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A tutto colore

Immagine del redattore: Viviana NavarraViviana Navarra

Intervista all'illustratrice australiana Binny Talib.

 


Binny Talib è una pluripremiata autrice, illustratrice e designer di Sydney, Australia.

Ha uno stile stravagante e contemporaneo che rievoca i sogni dell'infanzia. I suoi disegni sono caratterizzati da un tocco di magia e di surreale e anche da un'irresistibile freschezza simile al candore infantile.

 

Talib ha illustrato oltre trenta libri a livello internazionale e ottenuto prestigiosi riconoscimenti.

 

Il suo talento è in continua crescita e sprizza gioia e colori da ogni parte (del mondo).


Binny, il giovane Holden desiderava poter chiamare certi autori al telefono tutte le volte che gli girava. Lei quali autori chiamerebbe?

 

Che bella domanda, mi piacerebbe tanto chiamare Enid Blyton, Maurice Sendak e Roald Dahl, e anche Jon Klassen con cui farei una lunga chiacchierata! Mi piacerebbe discutere delle sfumature della scrittura e dell'illustrazione e anche di cosa sia più potente nei libri illustrati, se le illustrazioni o le parole.

 

Un pensiero felice.

Ero così emozionata quando un libro che ho illustrato, "Sam Francisco, King of the Disco" è stato letto da The Last Dinner Party (un gruppo musicale) al Glastonbury Festival e poi trasmesso sul canale tv per bambini del Regno Unito CBeebies!


A quale progetto professionale si sente più legata?

Ho illustrato molti libri, per cui sono assolutamente entusiasta di averne scritto uno tutto mio: "Origami Heart" pubblicato da Hachette nel 2016. Scrivere questa storia mi ha dato completa libertà creativa e profondità attraverso le illustrazioni. Ho corso più rischi di quanto avrei fatto normalmente se fosse stato scritto da qualcun altro.


Quando ha scoperto il suo talento per il disegno e come ha cominciato a esercitarlo e a trasformarlo in una professione?

Da bambina disegnavo sempre, dipingevo, creavo, ma soprattutto disegnavo. Dopo il liceo-ero una studentessa d'arte eccellente- sono andata all'università per studiare architettura e design e mi sono laureata in cinema e illustrazione. Poi ho trovato un buon agente a New York ed è stato il mio momento di svolta.


Penso che tutto dipenda dalla passione per il disegno che ho avuto fin da piccola, ho continuato a farlo e a farlo, quando avevo lavori aziendali come designer scarabocchiavo dappertutto sui miei appunti delle riunioni finché non si vedeva più la carta.

  


Quali libri hanno contribuito più di altri alla sua formazione?

Ho una vasta collezione di libri illustrati. Sono cresciuta alla fine degli anni Settanta e Ottanta e quelli della mia infanzia hanno avuto un grande impatto su di me e sul mio senso dell'estetica applicata al disegno. Adoravo "Miffy" di Dick Brunas, "Nel paese dei mostri selvaggi" di May Gibbs, "Voglio indietro il mio cappello", "Olivia il maiale", "What do people do all day" di Richard Scarry.

 

I suoi maestri, nella vita e nella professione.

Ho avuto una meravigliosa maestra di giapponese quando ero alle elementari, che mi ha insegnato non solo la lingua ma anche la cultura. In classe facevamo origami, mangiavamo cibo giapponese delizioso... era il mio momento preferito della settimana! Penso che apprezzare un'altra cultura sia un grande vantaggio in termini di ispirazione. All'epoca vivevo in una piccola città di campagna.


All'università, poi, ho avuto dei fantastici professori di illustrazione, in particolare Peter Powditch, celebre artista australiano. Mi ha insegnato a scomporre il nostro lavoro e a pensare da una prospettiva più contemporanea. Ti bocciava se consegnavi un disegno realistico perfetto... voleva vederti superare i limiti!


Da cosa trae ispirazione per i suoi lavori?

Sono stata fortunata a crescere con una madre incredibilmente creativa che ha senza dubbio influenzato il mio lavoro. Adoro il packaging giapponese, l'architettura europea, l'arte contemporanea, i pattern e le texture degli anni '60 e '70. Come ho già detto, anche i libri illustrati della mia infanzia. Guardo Pinterest, ma è importante ricordare che anche tutti gli altri lo usano per trarre ispirazione, è bello guardare cose come il design di mobili o le stoviglie invece di altri illustratori.


Nuovi progetti in cantiere?

Ho scritto un libro di cui sono molto entusiasta. Al momento non posso dire altro perché un editore lo sta attualmente recensendo. Inoltre, un giorno mi piacerebbe trasformare parte del mio lavoro in animazione: è una tecnica meravigliosa, che amo perché mi dà la possibilità di vedere i miei personaggi prendere vita!


L'intelligenza artificiale potrà mai sostituire l'umano-illustratore?

Inizialmente ho approcciato a questo argomento con grande stupore misto a preoccupazione. Se utilizzata per la ricerca, l'Intelligenza artificiale è senza dubbio utile. Probabilmente gli illustratori perderannop un po' di lavoro a causa dell'intelligenza artificiale; una cosa che in effetti è già successa. Detto questo, spero che la nostra professione sia al sicuro, almeno per il momento. Dopotutto lo stile dell'intelligenza artificiale è privo delle imperfezioni umane... di quella magia accidentale che fa sì che i bambini si connettano con i libri illustrati. In generale, rispetto a questa tematica tanto attuale quanto delicata e complessa, mi piacerebbe vedere più leggi che proteggano i creativi dell'industria editoriale così come è successo per gli attori e gli scrittori di Hollywood.



Grazie.






 

Comments


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Grazie, a presto!

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