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Il cerchio magico

  • Immagine del redattore: Viviana Navarra
    Viviana Navarra
  • 6 ore fa
  • Tempo di lettura: 4 min

Intervista all'illustratrice e autrice Carlotta Scalabrini

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Illustratrice e autrice di giorno… strega di notte, come si definisce lei!

Vive a Milano con un piede nel mondo dei colori e l'altro nel mistico (e un po' di skate di mezzo). Diplomata alla Scuola Internazionale di Comics, è una delle fondatrici del Comò Lab, uno studio creativo dove la magia si mescola al design.

 

Di recente è approdata nell'editoria per ragazzi.

 

Il Cerchio Magico è il suo primo graphic novel, un po' mistico, un po' sognante.

  


Carlotta, il giovane Holden di Salinger avrebbe voluto chiamare al telefono i suoi autori preferiti ogni volta che "gli girava". Lei quali autori chiamerebbe?

 

 

Quentin Blake e Bill Watterson.Anche se forse Bill non mi risponderebbe, mi accontenterei di uno scambio di messaggi.



Quando ha scoperto il suo talento per il disegno e ha iniziato a esercitarlo?

 

Disegno da quando sono bambina e mi sono diplomata in una scuola con indirizzo artistico ma ho capito che sarebbe diventato un lavoro solo a 25 anni. Avevo mollato l’università, lavoravo con mia madre nella sua sartoria e mi sentivo persa.Ho avuto un’intuizione e mi sono iscritta alla Scuola Internazionale di Comics. Da lì è cambiato tutto, avevo una direzione.

 

Quali sono i libri che ha amato di più e che hanno contribuito alla sua formazione?

 

“L’inventore di Sogni”di Ian McEwan, “James e la pesca gigante” di Roald Dahl, “Le vacanze di Nicola” di Sempé e Goscinny, la trilogia della “Città delle bestie” di Isabel Allende, “Il giardino segreto” di F. H. Burnett, “I salici” e “John Silence” di Algernon Blackwood, “Il codice dell’anima“ di James Hillman.

Tra i fumetti “il Nao di Brown” di Glyn Dillon, “Calvin e Hobbes”, la saga delle “Witch”, tutti gli “Asterix”, i manga di “Dragon Ball”.E naturalmente una menzione speciale per “Harry Potter”.Potrei continuare per ore...troppo difficile fare una selezione.


Il suo stile strizza l'occhio al mondo gotico e alle atmosfere dark, quelle che fanno pensare a Mercoledì Addams, Edward mani di forbice e Coraline, solo per citare alcuni personaggi "black" iconici. Come e quando nasce la passione per questo mondo?

Ho da sempre un’attrazione per tutto ciò che è cupo e misterioso. Da piccola mi incantavo nella sezione Horror delle videoteche ed ero una lettrice accanita di “Piccoli Brividi”.In realtà fino a qualche anno fa i miei disegni erano molto pop e colorati. Poi ho avuto un grosso blocco creativo, non mi riconoscevo in ciò che facevo e volevo cambiare lavoro. Per caso ho partecipato a un workshop di scrittura creativa guidato dai tarocchi ed è stato come toccare una parte di me fino ad allora sconosciuta. Qualcosa ha iniziato a muoversi di nuovo. Ho letto “La via dell’artista” di Julia Cameron e ho sentito una forte ispirazione osservando il lavoro di Edward Gorey.

Ho liberato il mio lato oscuro!


Un pensiero felice.

Il mio pensiero felice è una casa sul mare o un piccolo cottage nella natura. Un viaggio on the road. La mia famiglia, i miei amici, le mie gatte Banana e Castagna.


suoi maestri, nella vita e nella professione.

Ho avuto molti insegnati sul mio percorso, sia di vita che lavorativo. Dovrei scrivere una lista lunghissima!La cosa certa è che quando non so cosa fare mi chiedo: “cosa farebbe Obi-Wan Kenobi?”.


Qual è il progetto professionale al quale è più legata?

So che può sembrare strano ma non ho un attaccamento a uno specifico progetto.Lo faccio perché spinta da un’ispirazione o perché mi affascina l’idea di quello che mi viene proposto; una volta terminato, lo lascio andare. Ad ogni modo mi sono divertita molto a lavorare a “La Famiglia Brividi”, l’ultimo libro illustrato per De Agostini. È stato il primo progetto dopo quel lungo periodo di crisi creativa. L’ho vissuto come una rinascita.


Qual è il momento più felice e gratificante del suo lavoro??

Quando vedo le mie illustrazioni in libreria.Le librerie sono da sempre il mio luogo sicuro e sapere che libri illustrati da me sono tra gli scaffali è una gioia infinita.


Dove nasce l'ispirazione per le sue illustrazioni?

Da altre forme d’arte come film, musica o per esempio visitando musei. Ma anche dalla vita quotidiana e da ciò che emerge scrivendo sui miei diari, le immagini arrivano spontaneamente.Poi, banalmente, da Pinterest! Amo Pinterest, vorrei viverci dentro.


Quali sono le caratteristiche che un'illustratrice deve assolutamente possedere? Basta (solo) la tecnica?

La tecnica è davvero qualcosa di molto personale e relativo.A scuola ho studiato anatomia e prospettiva ma continuo a non saperle disegnare correttamente. Senza dubbio una base tecnica e la conoscenza degli strumenti è necessaria per poi potersi esprimere liberamente e andare oltre gli schemi.Ciò che cerco io è l’anima, lo spirito di una creazione. Se poi mi fa anche sorridere è una meraviglia!


Progetti nel cassetto?

Vorrei tantissimo fare un albo illustrato.


Intelligenza artificiale: un pericolo o una opportunità per chi opera nel suo settore?

Sono veramente ignorante su questo tema, chiedo scusa. So che ci sono tanti dibattiti e polemiche in atto e so anche che non abbiamo molto controllo. Io continuo a fare il mio lavoro al meglio che posso e cercando di essere sempre più autentica.




Grazie.






 
 
 

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