Pane, amore e...colore!
- Viviana Navarra
- 5 giorni fa
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Intervista all'illustratrice Valentina Scannapieco

"Sono nata con un groviglio di capelli livornesi e un cuore di salsedine della Costa d’Amalfi". Si presenta così la vulcanica Valentina Scannapieco sul suo blog OcchiOvunque, nato nel 2013 per dare corpo e colore alle sue passioni: il disegno, il buon cibo, la scrittura.
Scannapieco realizza illustrazioni per riviste, libri, packaging, social media e siti web.
Oltre a essere illustratrice, è anche food writer, scrittrice di favole, digital content creator, consulente di digital marketing, project manager e insegnante di economia.
In tutte le sue avventure la accompagna il volpino curioso Occhi Ovunque.
Nel 2014 ha vinto i Food Blog Awards e, qualche anno dopo, ha pubblicato“Ricette della buonanotte” (Multiplayer edizioni -collana iFood), una coccola dedicata a grandi e piccini.
Valentina, il giovane Holden di Salinger avrebbe voluto chiamare al telefono i suoi autori preferiti ogni volta che "gli girava". Lei quali autori chiamerebbe?
Nessuno. Detesto le telefonate, al massimo mi regalerei del tempo per scrivere delle lettere, o se vogliamo essere contemporanei, un lunghissimo messaggio WhatsApp. A chi? In tutta sincerità, più che un destinatario illustre mi piacerebbe poter chiedere un consiglio a mia sorella che ho perso anni fa e con la quale ho gettato le basi di Occhi Ovunque. Magari. Poi. Scriverei un messaggio breve a Trilussa, Rodari e Pratt: semplici essenze di vita preziosa.
Un pensiero felice.
Ianko, il cagnolone adottato lo scorso anno che gioca alla vita con me…oppure i raggi di sole che fanno capolino tra le foglie e donano uno scintillio agli occhi. Ma anche osservare i miei alunni concentrati durante un compito in classe, i loro primi amori, essere testimone della loro crescita. Potrei continuare all’infinito, sono una collezionista di piccole e semplici gioie.
Quando ha scoperto il suo talento per il disegno?
Più che del talento parlerei della mia passione per le discipline visive. È sbocciata sin da piccola quando, secondo gli ironici racconti di mia madre, disegnavo ovunque. Il disegno è sempre stato una riserva indiana per me, una dimensione sicura in cui respirare a pieni polmoni. Per i primi 20-25 anni della mia vita, infatti, mi mostravo al mondo silenziosamente e quasi sempre attraverso l’arte. Cantavo, scrivevo, disegnavo e in particolare il disegno era un passepartout col quale intessevo amicizie e incuriosivo le persone. Poi nel 2014, galeotti i social, ho pubblicato le mie prime illustrazioni online e sono partite le prime collaborazioni con brand e riviste.
Un suo "mantra"?
“Per vedere cosa non c’è guarda ciò che c’è.”
I suoi maestri, nella vita e nella professione.
La vita stessa, che a tratti è stata molto amara togliendomi persone care nei peggiori dei modi, come a strappare dei fiori con forza. Ma al contempo mi ha fatto abbracciare occasioni e persone inaspettate. Non c’è qualcuno in particolare. Sono cambiate tante cose in questi anni, visioni, idee, stili, motivazioni, e tutti gli incontri hanno segnato un passo importante per quello successivo.
Come nasce il progetto Occhi Ovunque?
Nasce nel 2012 senza un’idea ben chiara se non quella di raccontare bellezza. Avevo esigenza di scrivere e disegnare alla luce del sole, uscire dalla mia cameretta e aprirmi al mondo. Poi nel 2014 Occhi Ovunque, blog e progetto che prende il nome dal mio primo cagnolino (data la sua immensa curiosità), si trasforma in un progetto maggiormente strutturato: il disegno accompagnerà ricette e racconti di viaggio e tradizione. Personalmente Occhi Ovunque diventa la mia terapia e al contempo mi auguro possa donare sollievo a follower e utenti. Ora è una “casa” condivisa che in parte diventa anche fisica con Casa Occhi Ovunque a Maiori, Costa d’Amalfi, dove si può soggiornare e respirare un po’ del mio mondo fiabesco e rurale.
A cosa si ispira per le sue illustrazioni?
Ogni lavoro personale nasce dall'esigenza di cristallizzare della felicità. Succede poi che, quando mi piace troppo qualcosa, devo omaggiarla con un disegno. Spesso mi accade con la natura che incontro, con le tradizioni della mia terra e coi racconti e ricordi delle persone che vivo tra alunni, colleghi ma soprattutto nonni e genitori. Anche quando mi vengono commissionati lavori cerco di cristallizzarci dentro persone ed emozioni. Potrebbe capitare che qualcuno si riconosca in qualche tratto, così per caso.
Come definirebbe il suo stile?
Mi trovo sempre in difficoltà quando devo imbrigliarmi in una definizione. Occhi Ovunque è in continua evoluzione.
Quali caratteristiche deve avere un illustratore?
Pazienza, capacità di osservazione, flessibilità, ascolto. È come in una lezione di Tai Chi. Naturalmente, bisogna allenarsi, studiare, ricercare... per farsi contaminare contaminare da opere e autori ma, soprattutto, è necessario aprirsi a sé e agli altri.
Come, e quando, ha capito di poter diventare un'illustratrice?
Ero in giardino, ed erano spuntate delle ridenti margherite. Iniziai a giocare su un foglio con i loro petali e così mi ritrovai a disegnare delle forme nuove. La corolla era diventata una gonna, così come in seguito una fetta di limone una ruota di bicicletta e un fiore di zucca un ombrellone.
Quali libri ha amato di più e quali testi hanno contribuito più di altri alla sua formazione?
Per il mio progetto "Occhi Ovunque" sono stati illuminanti i film d’animazione e in stop motion, o comunque il cinema in generale. Sicuramente i capolavori dello studio Ghibli e Fantastic Mr. Fox, portato in sala da Wes Andersen, mi hanno influenzato in maniera determinante. Tra gli autori, invece, mi hanno infinitamente guidato Trilussa e Rodari ma anche Hugo Pratt. L’incontro con quest’ultimo ha segnato il mio voler 'elevare' il progetto Occhi Ovunque, rendendolo più libero e al contempo più preciso. Dopo una mostra interattiva sul Corto Maltese, esclamai: “Ora disegno sul serio, ho fino ai 40 anni di tempo per diventare una disegnatrice importante! (Pratt aveva dato vita al suo primo progetto importante e io aveva venticinque anni).
A quale progetto professionale è più legata?
Senza dubbio al mio primo libro, Ricette della buonanotte. In quel lavoro c’è una parte autentica di me, e con la sua pubblicazione si è chiuso un primo cerchio importante.
Il prossimo progetto a cui sogna di dedicarsi.
Un testo con ricette e storie sulla mia terra, la costa d’Amalfi, ovviamente con tantissime illustrazioni fantastiche.
Intelligenza artificiale: un pericolo o un'opportunità per chi opera nel suo settore?
Sono piuttosto combattuta sull’argomento. Più che considerarla esclusivamente un’opportunità o un pericolo, ritengo che l’intelligenza artificiale sia uno strumento potente, la cui reale implicazione dipende da come viene utilizzato. Ciò che mi preoccupa maggiormente è l’uso inconsapevole, talvolta arbitrario o poco regolamentato, che se ne può fare — non solo nel mio settore, ma nella società in generale. C'è ancora molta disinformazione e scarsa consapevolezza sui suoi rischi e sulle tutele necessarie.
Grazie.
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