L'intervista all'autrice inglese celebre per i romanzi ambientati nell'antica Roma

Lindsey Davis è una scrittrice inglese nata a Birmingham nel 1949. Laureata a Oxford, è celebre per la serie di romanzi gialli ambientati nella Roma imperiale del I secolo d.C., incentrata sul personaggio dell'investigatore Marco Didio Falco. L'ambientazione preferita dalla Davis per i suoi gialli è precisamente la seconda metà del primo secolo d.C., a partire dal periodo in cui Vespasiano governava l'Impero Romano. La serie completa in lingua inglese è attualmente costituita da 20 libri. I suoi gialli sono tradotti in quindici lingue. In esclusiva per Dichiscrive racconta particolari inediti della sua vita e della sua carriera. E a proposito degli autori che chiamerebbe al telefono confessa che...
Buona lettura!
Signora Davis, il giovane Holden desiderava poter chiamare certi autori al telefono tutte le volte che gli girava. Lei quali autori chiamerebbe?
Temo che non lo farei, i lettori dovrebbero essere cauti nell' aspettarsi troppo dagli autori. Forse ho conosciuto troppi autori nella vita reale, ma so che l'arte della scrittura non è diversa dalla recitazione in teatro o da un avvocato che difende anche qualcuno di cui conosce la colpevolezza: è una performance professionale. Non è reale. Anche un autore di cui ami il libro non è tuo amico: per quanto tu lo senta, in realtà non lo conosci affatto. Una delle mie storie per bambini preferite è assolutamente deliziosa; l'autore è un allegro australiano che nella vita reale, per esempio, irretiva le giovani donne. La sua scrittura mi portava a immaginare cose stupende di lui, quasi come se fosse il mio migliore amico ideale. Ma nella realtà non vorrei mai parlare al telefono con un uomo simile.
Il suo libro preferito.
"Tristram Shandy" di Laurence Sterne. (Titolo italiano: “Vita e opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo”. Edito da Mondadori). Un eccellente romanzo sui personaggi picareschi (relativo a un genere letterario sorto in Spagna nella seconda metà del XVI secolo, fondato su una particolare figura di protagonista (picaro) e anche un libro satirico sulla forma e la funzione dei romanzi.
Il primo pensiero felice che le viene in mente.
C'è il sole (ammesso che ci sia!).
La parola alla quale si sente più legata.
Asciutto (come nell'ironia).
Quando ha scoperto il suo talento per la scrittura e come ha cominciato a esercitarlo?
Non appena ho conosciuto l'alfabeto. Professionalmente, nel 1985, dopo essere "scappata" dal mio lavoro di dipendente pubblico.
L'ispirazione. Per lei, cos'è?
Tutto e niente. La necessità di pagare il mio mutuo è una grande ispirazione e, ora, provvedere alla mia vecchiaia.
I suoi maestri, nella vita e nella professione.
I miei genitori, donne forti della mia scuola e università, persone anziane al lavoro, amici e amanti, cani, autori di buoni libri di testo.
Come è nata la sua passione per la Roma imperiale del primo secolo dopo Cristo?
Ho avuto un interesse per l'archeologia dai tempi della scuola, poi quando ho provato a scrivere romanzi storici ho cercato un' ambientazione di cui nessun altro scriveva. Il mio primo buon romanzo riguardava Vespasiano e la sua amante, quindi questo mi fissò nel primo secolo.
Quante volte è stata a Roma?
Ogni anno dal 1987, spesso più di una volta. Tuttavia al momento, a causa di complicazioni post-covid, mi è impossibile viaggiare.
Roma è chiamata "la città eterna". Cos'è eterno per lei?
Letteralmente, l'archeologia ovviamente. La streetlife della Roma contemporanea. La luce del sole. Ricordi di una visita con il mio defunto partner.
A quale progetto editoriale si sente più legata, in modo particolare?
"La forza dell'onore", il mio romanzo su Caenis ,donna dell'antica Roma - e Vespasiano, l'archetipo del "brav’uomo".
Sta lavorando a un nuovo libro?
“Morte sul Tevere”, il dodicesimo della mia serie sulla figlia di Falco, Flavia Albia..
Grazie.
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