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Ispirazione girovaga

Immagine del redattore: Viviana NavarraViviana Navarra

Intervista alla scrittore siciliano Carlo Barbieri


 

Carlo Barbieri, scrittore siciliano, ha vissuto a Teheran e Il Cairo e attualmente risiede a Roma. È autore di romanzi gialli e racconti di grande successo, molti dei quali hanno ricevuto premi in importanti festival letterari.

Per Einaudi Ragazzi ha pubblicato la serie Dieci piccoli gialli (volumi uno, due, tre e quattro), tutti insigniti del Premio Speciale della Giuria al Festival Giallo Garda. Al suo piccolo investigatore Ciccio è dedicata anche una collana di racconti singoli chiamata Piccoli gialli. Sempre per Einaudi Ragazzi ha scritto Pino Tanuso e l’incredibile SuperBike Ali-N.

  

Carlo, il giovane Holden di Salinger avrebbe voluto chiamare al telefono i suoi autori preferiti ogni volta che "gli girava". Lei quali autori chiamerebbe?

  

Premesso che più che di un telefono avrei bisogno di un medium, perché nessuno di loro è ancora in vita; e che se entrassi in contatto con loro mi toccherebbe smettere qualsiasi altra attività perché starei tutto il tempo a chiacchierarci... ecco i primi tre che mi vengono in mente: Camilleri, a cui confesserei che mi piacciono più le sue opere "non montalbaniche" (come La concessione del telefono, Un filo di fumo, Il birraio di Preston eccetera). Gli chiederei anche se ha preso male una certa cosa scritta da un quotidiano... ma gli esprimerei anche il mio apprezzamento per la gentilezza con cui mi trattò quando ero un esordiente. Umberto Eco, uno degli scrittori italiani più colti, a cui tirerei le orecchie per la sua tendenza a essere incomprensibile (vedi Il pendolo di Foucault, che per un pelo non mi mandò in analisi) e chiederei se lo facesse apposta, o fosse un suo limite. Riccardo Nizza e Angelo Morbelli, autori semisconosciuti di un libro che spopolò negli anni '30 del secolo scorso, oggi da collezione – I quattro moschettieri – che mi fece amare un certo tipo di umorismo che viene a galla qui e là nei miei libri.


Il suo libro preferito.

Difficilissima domanda, perché i libri – quelli belli naturalmente – sono come finestre su paesaggi tutti belli, ma di bellezze diverse. Ci sono giorni in cui sei da mare, altri in cui sei da montagna, o da prati, margheritine e mucche, o da notti di tempesta; e persino altri in cui la finestra non ti serve tanto per il paesaggio che ti lascia vedere, ma come cornice per i tuoi pensieri. Accidenti, sto scivolando nel troppo serio.Allora torno ai tre autori citati: di Camilleri, Il birraio di Preston, di Eco, Baudolino (ma solo perché mi ha intrigato la splendida ricostruzione di ambientazioni e fatti storici) e, di Nizza e Morbelli, I quattro Moschettieri. Ma già sento le proteste degli altri libri.


Un pensiero felice.

 

Per fortuna ci sono i bambini.

 

Quando ha scoperto il suo talento per la scrittura e come ha cominciato a esercitarlo e a trasformarlo in una professione?

Non considero la mia attività di scrittore, per quanto consolidata, una professione: il lavoro vero, che mi ha portato in giro per il mondo, è stato parte importante della mia "prima vita"; quella della scrittura è invece una grande passione.


Come ha cominciato a scrivere?

Quando non c'erano i social (per la generazione Z: praticamente nel paleolitico superiore) le chat di gruppo si facevano per mail. Io ero parte di una di queste chat in cui mi inserivo spesso con storielle e osservazioni assurdo/umoristiche, e una dei membri (delle membre? Delle membresse? Maledetto politically correct), proprietaria di una casa editrice siciliana, mi disse "Mi piace come scrivi, prima o poi ti pubblico". Presi la cosa sul serio, cominciai a mettere insieme i miei scritti e un giorno le mandai la raccolta con la domanda: "Allora, quando la pubblichi"? La risposta fu più o meno: "Ma io scherzavo!".


L'amicizia non si ruppe perché era solida, ma ormai mi ero messo in testa l'idea di pubblicare e cominciai a cercare un editore che non mi chiedesse soldi per farlo. Lo trovai, e cominciò una storia lunga, a oggi, sette editori e una ventina di libri: metà "per grandi" e metà per i bambini 7-11 anni.


L'ispirazione esiste?

Certo che esiste. Quanto a cosa sia, uso la risposta di Sant'Agostino a chi gli chiedeva cosa fosse il tempo: " Se nessuno me lo chiede, lo so; se dovessi spiegarlo a chi me ne chiede, non lo so". Preciso che di Sant'Agostino ho letto poco o niente, non vorrei rubare belle figure immeritate: una volta ho letto questa sua frase e mi è piaciuta, anche perché ci sono diverse cose a cui si può applicare. L'ispirazione l'ho appena citata; aggiungo l'amore: non riesci a spiegare esattamente cos'è (e infatti ci proviamo inutilmente da migliaia di anni) né quando e perché arrivi. "Se" arriva...

  

Quali sono stati i suoi maestri nella vita?

Ne ho avuti moltissimi, e so di non fare eccezione. Tendiamo a pensare che siamo diventati quello che siamo solo per merito nostro... ma non è così. Come quegli equilibristi che scalano una piramide umana, anche noi siamo arrivati dove siamo salendo sulle spalle di altri. Fra questi "altri" ce ne sono alcuni del cui "imprinting formativo" sono particolarmente cosciente: il mio professore di italiano alla scuola media, mia madre, mio nonno e, nonostante se ne sia andato troppo presto, mio padre.


Come nascono le idee per i suoi libri?

Domanda non facile per qualsiasi autore ma ancor meno per me, visto che ho scritto libri umoristici, thriller, gialli e libri per bambini, persino una specie di guida turistica della mia città natale (Palermo) "a braccetto con l'autore" e, ciliegina sulla torta, un libro che non sono riuscito ancora a catalogare in un genere letterario (Te la do io la maledetta frase celebre).La riposta è purtroppo "Non lo so". Credo di essere affetto da ispirazione girovaga e irrequieta. Una ispirazione indisciplinata e "multitasking".


Quale consiglio darebbe a chi sogna di pubblicare un libro per bambini, e non solo?

Fare leggere il manoscritto a bambini e persone che amano la lettura, col doppio patto della segretezza e della sincerità delle critiche (cosa, quest'ultima, più difficile da ottenere di quanto si pensi).


Evitare gli editori a pagamento. Sono tantissimi, molti di più di quelli veri. Cercano spesso di passare per editori tradizionali, ma si riconoscono perché rispondono subito (prima che qualche concorrente gli soffi il potenziale cliente), fanno complimenti lusinghieri, stringono il contatto offrendo servizi vari a pagamento (correzione bozze, grafica per copertina, promozione sui media ecc...); spesso aggiungono "Lei dovrà naturalmente comprare almeno xxx copie, ma le facciamo un ottimo sconto...".I veri editori non chiedono mai soldi, in nessun caso. I più grossi danno addirittura un anticipo sui diritti che matureranno.Se non si riesce a trovare un editore vero, molto meglio autopubblicarlo con youcanprint.it, o Amazon, ilmiolibro.it, lulu.com. Costa molto meno, e nel caso di Amazon è addirittura gratis.


Come scegliere l'editore giusto?

Quanto ai veri editori, bisogna andare sul loro sito, seguire le regole e prepararsi ad aspettare mesi sapendo che non rispondono quasi mai e che le poche risposte sono gentili ma quasi sempre negative.


Ovviamente può succedere anche che si abbia il colpo di fortuna.


Per dare un'idea: quando scrissi "Dieci piccoli gialli" mandai il manoscritto a 30 case editrici specializzate in letteratura per bambini. 27 non mi risposero; due, lo fecero per dirmi "grazie no". Se anche la trentesima mi avesse ignorato, con le opere per bambini avrei chiuso. Invece il libro è piaciuto a Einaudi Ragazzi, la serie è arrivata a nove libri in tre anni, alcuni dei quali ripubblicati in Cina e Turchia; e ne stanno facendo una serie TV. Come mai le altre case editrici non lo hanno considerato valido? E chi lo sa.


Il prossimo progetto editoriale a cui sogna di dedicarsi...

Il vero sogno è stato il mio primo libro, un po' anche il secondo; gli altri sono stati bellissimi progetti a cui mi sono dedicato con entusiasmo. I prossimi: un libro per bambini, il primo della nuova serie "La fabbrica di avventure", con Edizioni Leima; seguirà, con lo stesso editore, una raccolta di ventisei raccontini e chiacchierate "per grandi" che vanno dal minigiallo che le dà il titolo ("Il commissario Mancuso e il delitto dei fagiolini verdi") all'umoristico passando per l'introspettivo; e, con Giunti Editore, una raccolta di cinque minigialli per bambini. Il primo uscirà a Natale, il secondo a gennaio- febbraio e il terzo in tempo per l'estate. Sto pensando inoltre di pubblicare alcuni miei racconti per bambini in audiolibro – cosa già fatta con i thriller per grandi e i racconti umoristici. Vedremo.


L'intelligenza artificiale potrà mai in futuro sostituire l'umano-scrittore?

Mi piacerebbe molto risponderle "No". Ma l'uomo è rimasto troppe volte spiazzato dalla velocità e profondità dei cambiamenti. E allora la chiudiamo con una profezia semiseria: "Arriverà il giorno in cui a scrivere libri sarà rimasta solo l'Intelligenza Artificiale; ma sarà anche l'unica che li leggerà.  E ci rimarrà malissimo. 


Grazie.






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