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Immagine del redattoreViviana Navarra

Parole di stelle

Intervista alla scrittrice veneta autrice di libri per bambini e ragazzi.




"Mi è sempre piaciuto inventare storie e scriverle nei miei quaderni fin da piccolissima.

Un giorno è venuto nella mia classe delle elementari un maestro simpatico con la giacca marrone che si è seduto tra i banchi in mezzo a noi su di una seggiola piccola, invece che sulla cattedra, e ci ha fatto giocare con le parole. Era Gianni Rodari. Con i suoi occhi azzurri ha guardato me, la bambina timidissima che faceva fatica ad alzare lo sguardo e a far uscire le parole dalla bocca". Un incontro, quello di Laura Novello con il più importante autore per bambini del Novecento, che forse era già scritto nelle stelle. Le stesse stelle che la scrittrice ha trasformato in parole: parole da leggere, parole in cui tuffarsi per vivere avventure fantastiche. Novello ha pubblicato vari volumi illustrati con diverse case editrici italiane. Alcuni suoi libri sono distribuiti anche all'estero. Collabora con riviste, enti e associazioni e conduce laboratori di lettura e scrittura creativa nelle scuole e nelle biblioteche. Il suo ultimo libro è "Dialoghi con l'albero - La storia del bambino che voleva incontrare la Terra" edito dalla casa editrice OM.

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Laura, il giovane Holden desiderava poter chiamare certi autori al telefono tutte le volte che gli girava. Lei quali autori chiamerebbe?

In realtà non ci ho mai pensato, ma amo andare alle presentazioni dei libri per conoscere l’autore, apprendere come è nato il libro, ascoltare le vicende personali che stanno dietro il libro stesso. Quando leggo libri di colleghe mie amiche, mi piace riconoscerle in quello che scrivono, il loro stile, il loro temperamento. Credo che ogni autore lasci in ciò che scrive un pezzettino di sé.



Il suo libro preferito?

Mi piace molto: “Oh Boy!” di Marie Aude Murail, ogni tanto lo rileggo e anche “L’uomo che coltivava le comete” di Angela Nanetti. Indimenticabile “La casa degli spiriti” di Isabel Allende.


Un pensiero felice...

Arrampicarmi sugli alberi. Lo faccio ogni volta che vedo un albero grande e accogliente, è come se mi chiamasse. Adoro le casette sugli alberi, anche se non mancano gli inconvenienti, come questa primavera che mi sono urticata con i peli urticanti delle processionarie. In “Emergenza Lombrichi”, Lilla vive con la nonna in una casetta su di un albero; una volta ho scritto di un popolo di elfi che viveva sugli alberi, e da poco è uscito un mio libro con Om Edizioni dal titolo: “Dialoghi con l’albero” in cui immagino un’amicizia tra un bambino e un vecchio saggio tiglio.

Tre hashtag per raccontare di lei.


La parola alla quale è più legata?

“Armonia”, ma mi piace molto anche “Oceano”. Amo il suono di questa parola con tutte queste le vocali: o, e, a. Non l’ho mai visto l’oceano, mi affascina la sua immensità.


Quali le caratteristiche necessarie per uno scrittore?

Essere semplicemente se stesso.


Quando ha scoperto il suo talento per la scrittura e come ha iniziato a esercitarlo?

Mi è sempre piaciuto scrivere, fin da piccola, e ho sempre scritto. Scrivevo storie per i miei figli Anna e Francesco. Anna andava alla scuola materna, alla sua maestra, Angela,

i racconti sono piaciuti molto, tanto che mi ha suggerito di pubblicarli. Le mie prime fiabe sono uscite sulla Collana “Il Cantastorie” a cura della Fondazione La Città della Speranza e poi, per sei anni, ho curato la rubrica per i bambini di un giornale locale, ho iniziato così.


Quali i libri che ha amato di più da bambina?

Mi piacevano molto i romanzi di avventura di Emilio Salgari, per esempio: “Il corsaro Nero” e “Le tigri di Mompracem”. Mi è piaciuta moltissimo “La storia infinita” di Michael Ende, di cui conservo una prima edizione stampata in due colori.


I suoi maestri nella vita e nella professione.

In realtà, non posso dire di avere dei maestri, ho sempre letto molto, in particolare letteratura per ragazzi e libri di yoga, ma anche biografie e libri che parlano di viaggi, storia, religioni e mitologia dei vari popoli. Nei libri spesso trovo spunti che poi vado ad approfondire e che, in un certo qual modo, mi guidano per un periodo della vita.

Ci sono state persone da cui ho imparato molto, per esempio Donatella Caione, titolare della mia prima casa editrice, Mammeonline, diventata Matilda Editrice. Lei mi ha incoraggiata e sostenuta, in particolare durante la realizzazione di “Gemelli” e di “Il volo di Giorgia”. E’ davvero bello quando un editore crede in te. Con lei ho imparato tante cose sui libri per ragazzi che ora fanno parte di me. Forse la mia vera maestra è la natura.

Mi calma e mi riequilibra, mi permette di entrare in contatto con il mio sé più profondo. Abito ai piedi dei monti, un po’ fuori dal paese, in mezzo al verde e spesso vado in montagna a camminare. Mi piace in particolare salire sulle cime più alte dove rimane solo la roccia e il panorama è magnifico. Anche i miei figli sono stati miei maestri, lo sono ancora. Mi hanno messo alla prova in modi che mai avrei immaginato. Nella gioia e, molte volte, nelle difficoltà ho imparato. Penso infatti spesso a una cosa....


A cosa, Laura?

Che il Maestro si nasconde dietro a ogni persona che incontro e a ogni esperienza che vivo. Per questa ragione mi chiedo sempre: “Che cosa devo imparare da questa situazione”? E poi, passato del tempo, riesco a intravedere un filo invisibile che lega gli eventi e le scelte della mia vita acquisiscono un senso più elevato che, al momento di compierle, non potevo comprendere.








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