Intervista alla cofondatrice Giovanna Zoboli.
Topipittori è una casa editrice specializzata in libri illustrati per bambini e ragazzi. Nasce a Milano nel 2004 da un'idea di Paolo Canton e Giovanna Zoboli. Un rifugio di creatività dove nascondere i propri sogni e dove l'amore per i libri e le illustrazioni si trasforma in una serie infinita di avventure tutte da sfogliare.
Giovanna Zoboli, scrittrice, cofondatrice nonché editor e art director di "Topipittori", come nasce in lei l'idea di fondare una casa editrice?
Dopo avere maturato una lunga esperienza professionale in case editrici e aver lavorato con l’illustrazione nella comunicazione, è nata in modo quasi naturale la decisione (insieme a Paolo Canton, nel 2004) di fare libri illustrati e, quindi, di fondare un marchio editoriale che li proponesse. Poi naturalmente, alla base di tutto ciò, c’è un grande passione, da sempre, per i libri e la lettura.
Perché chiamarla proprio Topipittori?
La prima storia che ho scritto per ragazzi, molti anni fa, si intitolava “I topi pittori”. La scrissi per partecipare a un concorso indetto dalla rivista “Linus” dal titolo “La Controfiaba”, che vinsi. Quando si trattò di trovare un nome alla casa editrice, ci venne in mente quel titolo e ci parve di buon auspicio. Così siamo diventati Topipittori.
Quali libri amate pubblicare?
Nel 2004 abbiamo cominciato a editare libri illustrati, che a tutt’oggi, probabilmente, rimane la produzione editoriale per cui siamo più conosciuti: picture book, racconti, fiabe, poesia, classici… Nel tempo si sono aggiunte altre collane: narrativa, fumetti, divulgazione (arte; natura; creatività) e una collana di saggi sui temi dei libri e della letteratura per l’infanzia che ha avuto, fra l’altro, molto successo.
Come scegliete i vostri autori?
Stando molto attenti a tutto quello che accade nel nostro mondo, attraverso tutti i canali possibili: fiere, giornali, mostre, riviste, social, librerie, biblioteche.
Come è cambiato il mercato dei libri rispetto al passato?
Il mercato dei libri per ragazzi è in costante espansione, l’unico in crescita continua da una decina di anni. Questo anche perché si è molto innovato, più di qualsiasi altro, soprattutto nel comparto dei libri illustrati che è stato scoperto anche all’estero e ha visto eccellere a livello internazionale alcune case editrici italiane, fra cui la nostra. Per noi, fin dall’inizio, la vendita dei diritti dei nostri libri all’estero ha avuto grande importanza.
Cosa consiglierebbe a chi sogna di pubblicare un libro?
A coloro che cominciano a lavorare in questo ambito quel che suggeriamo è di studiare molto, leggere, guardare, essere curiosi, fare esperienza, essere generosi, disciplinati, professionali che poi significa saper lavorare - che non è un aspetto legato al solo talento, ma vuol dire anche imparare a condividere idee e a collaborare, perché i libri, specie quelli che facciamo noi, nascono da un lavoro collettivo che prevede il rispetto delle competenze di tutti gli attori coinvolti.
Chi sono i vostri lettori?
Ii bambini, fin da quando sono piccolissimi, fino a che diventano ragazzi. Poi abbiamo anche collane per adulti, dedicate alla formazione. Ma molti dei nostri titoli sono davvero per tutti.
Internet, e in particolare le piattaforme social, hanno cambiato il mondo dell'editoria?
Queste tecnologie permettono un contatto diretto con i lettori e i lettori potenziali, il che è una grande opportunità. Per questa ragione dedichiamo molto tempo ed energie alla comunicazione. Per una casa editrice come la nostra, molto attenta alla qualità dei libri, di testi e immagini, è fondamentale spiegare il proprio lavoro, le proprie scelte. Naturalmente la qualità della comunicazione deve riflettere quella della produzione editoriale, per essere credibile.
Cosa pensa delle piattaforme di self publishing?
Sono un modo come un altro per pubblicare. Ma non credo che, effettivamente, auto pubblicandosi, si possano conseguire grandi risultati. Il ruolo dell’editore è fondamentale nella vita dei libri, non solo dal punto di vista logistico, ma anche riguardo al loro progetto e alla loro realizzazione. Per gli autori la relazione con l’editore è un’opportunità importantissima di crescita e di confronto.
Come guarda un editore alle potenzialità, anche di scrittura, dell'Intelligenza Artificiale?
Personalmente siamo disinteressati. Ci interessa lavorare con le persone.
Immagina un giorno di pubblicare un libro scritto dalla IA?
No.
Librerie indipendenti. Quanto sono importanti per la vitalità complessiva del mercato editoriale e qual è il vostro rapporto con loro?
Le librerie indipendenti sono per noi interlocutrici privilegiate: attente nella scelta dei libri e nella proposta ai loro frequentatori di cui conoscono bene i gusti, valorizzano gli editori che, come noi, fanno un lavoro editoriale accurato e mai generico. Negli ultimi vent’anni, in Italia, c’è stata, poi, una straordinaria fioritura di librerie indipendenti specializzate per ragazzi. Con queste, soprattutto, abbiamo creato, nel tempo, rapporti molto stretti. A loro, per esempio, abbiamo dedicato, tre anni fa, il progetto delle Case dei Topi. Si tratta di una rete di librerie fiduciarie, per ora quaranta, sparse un po’ in tutta Italia, che ospitano quasi tutto il nostro catalogo, a noi legate da un’affinità di vedute e di scelte. Presso di loro si può trovare, in esclusiva, “Quarantotto”, una piccola rivista semestrale sui temi dell’infanzia e della letteratura per l’infanzia.
Grazie.
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