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  • Immagine del redattoreViviana Navarra

Tratto Gentile

L'intervista alla scrittrice milanese classe 1988.


Arrivare sempre un passo più vicina a se stessa. È la sfida di Oliva, l'irresistibile protagonista del romanzo pluriacclamato "Le piccole libertà" (Feltrinelli, 2021) scritto da Lorenza Gentile, milanese classe 1988, laureata in Arti dello Spettacolo alla Goldsmiths University di Londra. Nel 2011 l'autrice ha vissuto e lavorato nella celebre libreria parigina Shakespeare and Company e da quella esperienza è nata l’ispirazione per la sua creatura editoriale. La sua fervida penna dal ritmo appassionante e dalle note brillanti, avvolgenti ed evocative regala ai lettori la sensazione di trovarsi con il libro giusto al momento giusto. Gentile, che ha già ottenuto vari e importanti riconoscimenti, è ora in libreria

con il suo ultimo romanzo, "Le cose che ci salvano", una storia sul potere che hanno le

cose, e soprattutto le persone, di salvarci.



Lorenza, il giovane Holden desiderava poter chiamare certi autori al telefono tutte le volte che gli girava. Lei quali autori chiamerebbe?

Oh, tantissime autrici amate! Natalia Ginzburg, Elizabeth Strout, Annie Ernaux, Jasmina Reza, Amélie Nothomb… Vorrei parlare con loro di tutto: dalle scelte di vita alla scelta delle parole, delle storie da raccontare, da come va il mondo a come vorrei che andasse.



Il suo libro preferito.

Impossibile sceglierne uno in assoluto, ma tra gli ultimi che ho letto La vergogna di Annie Ernaux e tra quelli letti e riletti nel tempo Lessico familiare di Natalia Ginzburg.



Un pensiero felice.

Sapere che esiste Martino, mio figlio.


Tre hashtag per raccontarsi.



La parola alla quale è più legata.

Senza dubbio ‘libertà’: penso sia la chiave della felicità.


Quando ha scoperto il suo talento per la scrittura e come ha iniziato a esercitarlo?

La mia passione per la scrittura è nata prestissimo, a sei o sette anni componevo poesie che includevo nei miei temi in classe. Circa a quell’età ho cominciato il mio primo libro: un elenco infinito di personaggi che si fermava a pagina tre. Non mi sono lasciata scoraggiare, e non ho mai smesso di scrivere. La mia passione si è concretizzata molto più tardi però, nel 2012, grazie all’incontro con quella che poi è diventata la mia agente letteraria, Vicki Satlow, che mi ha accolta e capita e mi ha portato alla pubblicazione del mio primo romanzo con Einaudi.



Richiamando il titolo di un suo libro molto apprezzato dai lettori, quali sono "le piccole libertà" a cui non potrebbe mai rinunciare?

Sono fortunata. Posso concedermi la piccola grande libertà di organizzarmi le giornate e dedicare tanto tempo ai miei romanzi e alla mia famiglia e di dire sempre, in un modo o nell’altro, quello che penso.



L'ispirazione. Per lei, cos’è?


L’ispirazione per me è una benedizione. Un’irrefrenabile ondata di buon umore e di idee che arriva senza farsi annunciare. Mi fa sentire viva. È seguita da tanto lavoro, per passare poi dal regno delle possibilità alla realtà della pagina.


I suoi maestri, nella vita e nella professione.

I miei maestri sono i libri, quelli che mi folgorano e quelli che mi fanno arrabbiare, quelli che mi svelano qualcosa, quelli che faccio fatica a finire, quelli che leggo tutto d’un fiato, quelli che lascio a metà. E poi la vita stessa: è lei la mia maestra migliore.



L'intelligenza artificiale avanza provando a occupare sempre più spazio oggi anche nel mondo delle professioni intellettuali. Potrà mai in futuro sostituire l'umano- scrittore?


Solo il giorno in cui anche il computer avrà un’anima e una sensibilità propria, oltre che una personale visione del mondo. Quindi, spero, mai!


Grazie.





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